Errori fatali (per orchidee): parte 2°. Phalaenopsis.


Phalenopsis bianca colorata in azzurro.
A quali errori fatali mi riferisco questa volta? A quelli da non fare con l'orchidea del genere Phalaenopsis. Prima però qualche notizia su questa orchidacea. Si tratta di una epifita di origine tropicale, tutte le informazioni più estese che volete le potete trovare su questo link. Mi limiterò a dire che deve il suo nome alla forma del fiore, che ricorda una farfalla, è una pianta molto decorativa, elegante, che fiorisce a lungo, quindi molto ambita da tenere in casa anche nei mesi freddi. Le sue esigenze sono, come per tutti questi generi, molta luce, umidità e temperature ambientali piuttosto alte. Non crescono su terra, ma con un apparato radicale aereo su cortecce, e quindi necessitano di un substrato di sfagno e fibra di osmunda.

Gli errori più comuni sono:
 1) innaffiare troppo e lasciare acqua nei sottovasi, si rischia il marciume,
2) bagnare troppo poco, e questo si può constatare osservando le radici aeree della pianta, che devono essere turgide e verde argenteo e non giallastre rinsecchite,
3) concimare con concimi troppo ricchi di minerali e sostanze nutritive, in questo caso si può avere un eccessivo sviluppo di parti verdi e compromettere la fioritura.

Se avete fatto uno di questi errori e vedete la Phalaenopsis in sofferenza, potete provare a trapiantarla su un substrato nuovo, magari in un vaso trasparente che permette di vedere le radici  e valutare lo stato di umidità della pianta.
Non comprate un sacchetto con scritto genericamente "terriccio per orchidee" perchè potrebbe essere adatto alle orchidee terricole e non alla vostra Phalaenopsis, ma cercate quello specifico.
La medicina migliore è nebulizzare con acqua non calcarea, quindi piovana o demineralizzata.
Phalaenopsis bianca.
Pare che le orchidee di colore bianco siano più resistenti di altre, non ho basi scientifiche per questa teoria, quindi scegliete il colore che vi aggrada, ve ne sono di screziate e stupende. Ma non commettete l'errore mio di lasciarvi tentare da una con i fiori azzurri, in natura l'unica blù è la Vanda Coerulea, molto delicata e bisognosa di cure.  E' anche più costosa delle sorelle rosa, bianche, viola, per cui alcuni produttori immettono sul mercato  orchidee bianche fatte crescere su substrati contenenti dei pigmenti "vitali" blu, oppure trattate con iniezioni di tali coloranti.  E secondo me, la pianta non ne è felicissima, e la sua durata ne risente.

Se ne avete la possibilità, in estate tenetela all'esterno, in luogo ombreggiato, io sono una fautrice dell'aria aperta per ogni tipo di pianta.
Se proprio non potete almeno lasciatele prendere aria su un davanzale, e meglio ancora fatele fare ogni tanto un bagno di acqua piovana.
Magari però controllate che non sia troppo esposta alla voracità di insetti, come la mia fotografata qui accanto, con le foglie tutte bucherellate e mangiucchiate da...non so quale bestiuzza. Non credo che la colpevole sia stata la mite coccinella che ho beccato sulla foglia, ma non si sa mai.
                    

Infine un consiglio riguardante la potatura, ho sentito pareri discordanti su questo tema.Qualcuno dice che  al termine della fioritura, lo stelo spoglio e secco va reciso, altri che invece va lasciato, perché da quello stelo si formeranno nuovi boccioli. Chi ha ragione? Entrambi. Innanzitutto dipende da genere di orchidea, molte Phalaenopsis rifioriscono proprio sul vecchio stelo anche se con fiori più piccoli, le Dendrobium e Cymbidium invece si giovano se gli steli secchi vengono recisi.
I fiori secchi vanno comunque eliminati, ed anche i rami e le foglie se si ha il sospetto di malattie e infezioni

Una trattazione completa per potature e manutenzione potete trovarla qui.
Vi auguro buona fortuna, se poi proprio non riuscirete a conservare le belle Phalaenopsis per più di un anno o due (o alla peggio qualche mese come me), potrete sempre consolarvi considerandole molto più longeve ma altrettanto decorative di un mazzo di fiori recisi.

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