Piante da appartamento. I° parte.

Ritratto di piante in un interno.

Dieffenbachia
E' mia convinzione che non esistano le piante "da appartamento",  considero questa etichetta una forzatura, per definire una tipologia di vegetazione per chi ama vedersi circondato dal verde anche se non ha spazi esterni. Non è da biasimare, anzi, è una pratica che richiede pazienza e dedizione, e quindi non molto adatta da me. Tant'è che per questo post ho dovuto ricorrere a foto di repertorio, (tratte da un libro*), perché non possiedo le classiche piante da interno, o per meglio dire, non ne possiedo più da quando ho un giardino.

Nel corso degli anni la tipologia delle piante da usare in casa ha subito la variazione di mode, e di offerte del mercato: si va da quelle verdi tropicali, a piante succulente, alla semplice edera, di cui è possibile staccare un rametto da un muro  per trasformarla in una cascata verde da usare in casa. 

I miei rapporti con loro comunque, anche quando le possedevo, è sempre stato conflittuale. Non capivo mai cosa volessero: più acqua, meno acqua, più luce (sicuramente), niente correnti di aria, pochi spostamenti, pulizia regolare delle foglie, umidità costante dell'aria, e altre esigenze più specifiche a seconda della loro natura. 

Ma a volte le cure non bastano, contano anche i colpi di fortuna nel trovare la giusta posizione, dove la pianta per rassegnazione o voglia di vivere si adatta e cresce rigogliosa comunque.

Ricordo un esemplare di Dieffembachia alto più di 2 metri di un'amica, con scarsa propensione alla botanica, che viveva nell' appartamento di un antico palazzo in centro, con finestre piccole e senza neppure un balcone. Eppure la sua D. era stupenda e le mie invece morivano in continuazione!

Aspidistra.
Mia nonna, molto amante del verde, nel buio di una vecchia casa, teneva con successo oltre ad un gatto ed un cardellino in gabbia, anche alcune piante eroiche che andavano di moda a quei tempi, e che si adattavano anche ad ambienti ostili ed ombrosi, come l'Aspidistra, e la Sanseveria o "Lingua di suocera".
Mentre mia madre ebbe per decenni un Philodendron,  must degli anni '70, che continuava a cadere dal suo sostegno per aver prodotto troppa vegetazione.
Alla fine lo ereditai io, e dopo averlo visto addirittura fiorire, morì, ma penso di morte naturale.
Mi limiterò quindi a parlare di quelle piante che facilmente si adattano all'ostile ambiente interno di una casa, con la raccomandazione che chi può faccia trascorrere loro anche un po' dei mesi estivi all'aperto, magari anche sul balcone, con opportune cautele.
Talee di Tradescanzia

Una pianta utilizzata tradizionalmente da interni è la Tradescanzia, o Erba Miseria, che come dice il nome si moltiplica senza pietà ed è molto resistente. Ne esistono tante varietà con foglie colorate in porpora, oppure verde chiaro, o screziato. Colorate, facili, ricadenti, stanno bene anche in cesti sospesi, oppure su scaffali.

Tradescanzia
Se volete rallegrare un interno ve la consiglio caldamente, insieme al Pothos , anche questa pianta è facile e resistente, con le foglie rotonde o cuoriformi, e ad andamento ricadente.                                                                                                                                  Oggi esistono moltissime piante da interni, oltre a quelle descritte fin qui, come i Ficus, di cui si  reperiscono molte specie, dal classico Ficus Elastica, con le grandi foglie ovali e lucide (un po' demodè) che nelle regioni mediterranee esiste in esemplari alti come alberi, al Ficus Benjamina, elegante alberello, con le foglie ellittiche  piccole e a volte  screziate , fino ai Ficus Retusa, o Ginseng utilizzati anche come bonsai.

Piante amiche che si accontentano di vivere alla meno peggio nelle nostre case per regalarci un po' di "foresta" e di verde tutto l'anno.
* Le foto di repertorio sono tratte dal libro: Fiori in casa. Gigliola Magrini.  Fratelli Fabbri Editori 1972

Commenti

Post popolari in questo blog

Belli da seccare, da far decorazioni quando viene Natale.

Vita morte e resurrezione di un'Alocasia.

Errori fatali (per le orchidee). Parte 1°