Prepararsi al letargo.
Ogni anno proprio sotto le festività di Ognissanti, o Halloween come si dice ora, ho il grosso impegno del trasferimento delle piante sensibili al gelo in un luogo riparato.
Se volete conservare piante grasse e delicate per l'anno venturo, scuotetevi dalla pigrizia, alzatevi dal divano e dedicate una giornata a questo gravoso lavoro!
Prima di procedere al trasloco controllate le vostre piantine, eliminate foglie secche e insetti eventualmente attaccati ad esse.
Se qualcuna ha afidi o cocciniglie, o sospettate qualche malattia, trattatele con prodotti specifici.
Sulle malattie delle piante parlerò meglio in seguito, anche per consigliare rimedi meno invasivi e velenosi di quelli in commercio, intanto affidatevi ai consigli del vostro rivenditore di prodotti agrari, magari descrivendo il problema.
Quali sono le piante da porre al riparo? E come e quanto e dove?
Intanto dipende da dove abitate, se abitate al sud, in Sicilia ad esempio, dimenticate questo post e tornate sul divano.
Se invece come me abitate nel profondo nord est, magari battuto dai freddi venti di bora, allora dovrete per forza riparare le succulente, cioè le piante grasse, cactus e affini , le piante cosiddette da interno (alocasia, diffembachia, sanserveria, dipladenia, ficus..), le orchidee, e quelle piante mediterranee, che in aree temperate vivono all'aperto, e che inopinatamente avrete acquistato questa estate, ad esempio agrumi, gelsomini, gardenie, ibisco, bouganville, non pensando che in un inverno sotto zero morirebbero sicuramente.
Molti vorrebbero salvare anche i gerani, impropriamente chiamati così, il cui vero nome è pelargoni, i fiori che durante l'estate hanno abbellito terrazze e balconi. E' una cosa possibile, perché si tratta di piante perenni, che vivono benissimo in climi caldi e zone soleggiate.
Se lo farete ricordatevi che alla fine dell'inverno vi ritroverete esemplari anemici, con i fusti pallidi e allungati (in cerca di sole!), e non potrete riportarli di botto all'esterno, ma gradatamente, prima al semi riparo, sotto una pergola o all'ombra. Potateli e concimateli, magari cambiando vaso e terriccio, e in pochi giorni riprenderanno vigore tornando in piena forma pronti a rifiorire.
Le piante grasse e succulente richiedono spesso temperature non inferiori ai 10°C, anche se alcune sopportano anche gradi vicino allo zero; un mio amico esperto mi ha consigliato di lasciare fuori certe specie, personalmente non fido troppo della mia zona climatica e le ritiro tutte.
Effettivamente però vanno in una sorta di letargo, quindi meglio non tenerle in casa dove ci sono dai 20°C in sù, piuttosto in una veranda come faccio io o una zona poco riscaldata o come si dice in termini tecnici in una serra fredda, dove appunto non si superano i 5°-15°C.
Ne esistono in commercio di varie forme e dimensioni adatte anche al balcone.
In linea di massima bisognerebbe conoscere la carta d'identità delle nostre piante, per sapere come gradiscono vivere. Se una pianta è originaria della Nuova Guinea, o dell'Africa ovviamente preferirà una temperatura mite. Se è della foresta pluviale o se è epifita, cioè vive abbarbicata agli alberi (come le orchidee) amerà l'umidità tiepida, ma le radici non andranno immerse in acqua.
Se è una crassulacea, ma vive in zone alpine come il Sempervivum, potete sicuramente lasciarla alle intemperie, e crescerà addirittura sui sassi.
Se invece si tratta di una Echeveria originaria dell'america meridionale, meglio metterla al riparo.
Sono crassulacee apparentemente molto simili, con foglie carnose riunite a formare una rosetta, ma con esigenze diverse.
Per saperlo potrete sempre consultare libri o leggere siti specializzati in giardinaggio (come questo!), cosa che si può fare anche seduti comodamente sul divano.
Se volete conservare piante grasse e delicate per l'anno venturo, scuotetevi dalla pigrizia, alzatevi dal divano e dedicate una giornata a questo gravoso lavoro!
Prima di procedere al trasloco controllate le vostre piantine, eliminate foglie secche e insetti eventualmente attaccati ad esse.
Se qualcuna ha afidi o cocciniglie, o sospettate qualche malattia, trattatele con prodotti specifici.
Sulle malattie delle piante parlerò meglio in seguito, anche per consigliare rimedi meno invasivi e velenosi di quelli in commercio, intanto affidatevi ai consigli del vostro rivenditore di prodotti agrari, magari descrivendo il problema.
Quali sono le piante da porre al riparo? E come e quanto e dove?
Intanto dipende da dove abitate, se abitate al sud, in Sicilia ad esempio, dimenticate questo post e tornate sul divano.
Se invece come me abitate nel profondo nord est, magari battuto dai freddi venti di bora, allora dovrete per forza riparare le succulente, cioè le piante grasse, cactus e affini , le piante cosiddette da interno (alocasia, diffembachia, sanserveria, dipladenia, ficus..), le orchidee, e quelle piante mediterranee, che in aree temperate vivono all'aperto, e che inopinatamente avrete acquistato questa estate, ad esempio agrumi, gelsomini, gardenie, ibisco, bouganville, non pensando che in un inverno sotto zero morirebbero sicuramente.
Molti vorrebbero salvare anche i gerani, impropriamente chiamati così, il cui vero nome è pelargoni, i fiori che durante l'estate hanno abbellito terrazze e balconi. E' una cosa possibile, perché si tratta di piante perenni, che vivono benissimo in climi caldi e zone soleggiate.
Pelargonium zonale |
Se lo farete ricordatevi che alla fine dell'inverno vi ritroverete esemplari anemici, con i fusti pallidi e allungati (in cerca di sole!), e non potrete riportarli di botto all'esterno, ma gradatamente, prima al semi riparo, sotto una pergola o all'ombra. Potateli e concimateli, magari cambiando vaso e terriccio, e in pochi giorni riprenderanno vigore tornando in piena forma pronti a rifiorire.
Le piante grasse e succulente richiedono spesso temperature non inferiori ai 10°C, anche se alcune sopportano anche gradi vicino allo zero; un mio amico esperto mi ha consigliato di lasciare fuori certe specie, personalmente non fido troppo della mia zona climatica e le ritiro tutte.
Effettivamente però vanno in una sorta di letargo, quindi meglio non tenerle in casa dove ci sono dai 20°C in sù, piuttosto in una veranda come faccio io o una zona poco riscaldata o come si dice in termini tecnici in una serra fredda, dove appunto non si superano i 5°-15°C.
Ne esistono in commercio di varie forme e dimensioni adatte anche al balcone.
In linea di massima bisognerebbe conoscere la carta d'identità delle nostre piante, per sapere come gradiscono vivere. Se una pianta è originaria della Nuova Guinea, o dell'Africa ovviamente preferirà una temperatura mite. Se è della foresta pluviale o se è epifita, cioè vive abbarbicata agli alberi (come le orchidee) amerà l'umidità tiepida, ma le radici non andranno immerse in acqua.
Sempervivum |
Echeveria |
Sono crassulacee apparentemente molto simili, con foglie carnose riunite a formare una rosetta, ma con esigenze diverse.
Per saperlo potrete sempre consultare libri o leggere siti specializzati in giardinaggio (come questo!), cosa che si può fare anche seduti comodamente sul divano.
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