Anticipiamo la primavera.


Non sono nemmeno finite le feste natalizie, con la profusione di Poinsettie in vendita dappertutto e già nel settore fiori di molti supermercati, ma anche nei vivai, vediamo esposti i vasetti di primule, così accattivanti, colorate, ed anche leggermente profumate, che la tentazione di portarsele a casa è davvero fortissima.

Un piccolo anticipo di primavera a cui è difficile resistere. A casa poi però che ce ne facciamo?
Se abitiamo in un appartamento al 5° piano senza balcone, e magari ci hanno regalato un bel cesto fiorito di primule, mettiamolo come centrotavola in bella vista e godiamocelo finché dura, come fosse un mazzo di fiori recisi.
Se invece come me, avete acquistato precocemente le primule, e le avete messe all'aperto in una ciotola o cassetta, rischierete che una gelata o nevicata, ve le sciupino, anche se poi forse potranno sopravvivere, perchè la loro natura "selvatica" magari prende il sopravvento.  La primula wild, ovvero Primula vulgaris, quella gialla o più raramente rosa, è una pianta che nasce spontanea nei boschi o sulla riva dei fossi appena un cenno di tepore primaverile si fa sentire, e si chiama così proprio perché è una delle prime a fiorire.   
                                                                       

Altre primule spontanee sono la Primula veris, nel nome tutto un programma, e la Primula farinosa dai fiori rosati. Da questi progenitori si sono ottenuti gli ibridi coltivati dai colori sgargianti e dalle forme svariate, che si possono acquistare ora (ma meglio tra un mesetto) per creare cassette per i davanzali.
Se, dopo aver goduto delle vostre ciotole multicolore, avete la velleità di trasferirle in giardino per poi vederle rifiorire anno dopo anno, dovrete metterle in posizione ombrosa, riparata dai forti geli, l'ideale ad esempio è sotto dei cespugli, con magari un bel po' di muschio attorno, e fra gli ibridi acquistati, scegliete quelle rosa chiaro, o giallo di varie gradazioni, sono quelle più predisposte a ritornare selvatiche e quindi abbellire in futuro i vostri prati sul finire di gennaio o febbraio, secondo la latitudine.

Viola odorata o mammola.

 L'altra pianta precoce foriera di primavera è la viola, in tutte le sue specie: dalla mammola (Viola odorata), alla Viola cornuta e  Viola tricolor, volgarmente detta del pensiero. La Viola odorata è spontanea e cresce dappertutto, addirittura in modo invadente tramite i suoi stoloni da cui nascono nuove piantine, se la mettete in una zona umida del prato può propagarsi come un'infestante.  Mio marito infatti tenta sempre di estirparla, mentre io di nascosto ne favorisco lo sviluppo, perché adoro fare mazzolini con  i piccoli profumatissimi fiorellini. 

Viola Tricolor.

Come diceva mia mamma citando un proverbio toscano: per la Santissima Annunziata, cioè il 25 marzo, la viola è già passata.
In realtà qui sul carso dove abito, con un clima da flora alpina e subalpina, a volte a fine marzo le violette mammole sono al top della fioritura, e così pure le viole del pensiero. 
Forse non tutti sanno che le viole del pensiero o V. tricolor e le specie ibride coltivate sono piante biennali e si piantano da settembre a dicembre, prima delle forti gelate. Resistono bene durante il freddo invernale, meglio magari avendo l'accortezza di ricoprire di foglie il terreno attorno alle radici per proteggerle. Crescono in pieno sole o all'ombra leggera, in una buona terra da giardino preferibilmente ricca di humus. Nella primavera successiva al trapianto forniranno abbondanti fioriture molto colorate. 


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