Piante difficili (Parte 1°).



Difficile perchè? Bisogna innanzitutto chiarire il concetto di facile o difficile. Può essere facilissimo coltivare agrumi in Sicilia e molto complicato coltivare stelle alpine in terre aride.  Quindi poiché questo blog è scritto da una dilettante per amanti inesperti, e soprattutto è scritto sulla base di esperienze personali, parlerò della difficoltà di coltivare piante acidofile in un terreno carsico, piante tropicali in climi rigidi, e in generale di fiori con necessità particolari, e bisognosi di attenzioni, ovvero di piante difficili per me.
Camelia japonica

La Camelia Japonica ad esempio è una mia croce-delizia.
 Amo moltissimo i suoi fiori con i petali disposti armonicamente in modo concentrico, e i colori dal rosa tenero, al rosso ciclamino, e vado matta per le corolle screziate. Ma la fioritura è molto precoce, quindi nei climi ad inverno rigido e ventoso (come Trieste), potreste avere difficoltà a vedere una bella e piena fioritura, come quella che ho fotografato, magari misera per altri (per chi abita sul lago di Garda), ma per me un vero successo.
Anche se al riparo sotto una tettoia, richiede una protezione in più se la temperatura va sotto lo zero, magari un telo attorno alle radici, oppure un cappuccio per impedire alle foglie di rovinarsi.
Eppoi se all'improvviso si alza la bora, i fiori benché appena sbocciati, dato che hanno il picciolo fragile e sono molto pesanti (ricchi di tanti petali, quindi belli), cadranno inesorabilmente tutti.
Se poi i boccioli sono ancora chiusi, ma la temperatura magari di notte si abbassa improvvisamente, può darsi che i boccioli cadano senza neppure aprirsi.

Stesso discorso vale per la Gardenia, bella come la Camelia, ma anche profumata o forse ancora più difficile, tant'è che dopo un paio di tentativi ho abbandonato l'idea di coltivare questa dama bianca e capricciosa. Oppure per l'Azalea, o anche il Rododendro (di questo parlerò nella prossima puntata).
 Le difficoltà per queste piante sono rappresentate innanzitutto dal clima, trattandosi di sempreverdi, con le foglie non caduche, non sopportano inverni con temperature molto al di sotto dello zero per periodi prolungati.  Quindi per poterle proteggere, o spostare bisogna coltivarle in vaso e non in piena terra. Accorgimento questo necessario anche perché si tratta di acidofile "spinte" cioè molto sensibili ai terreni troppo basici, per capirci più sensibili delle ortensie, anch'esse acidofile, ma per le quali basta qualche correttivo da spargere nel terreno (anche carsico) come solfato di ferro, oppure semplicemente i fondi del caffè, per coltivarle anche in piena terra, con buoni risultati.   

Se proprio non ve la sentite di affrontare queste grandi difficoltà, dato che le piante di cui ho parlato hanno tendenza a diventare arbusti di dimensioni notevoli (la Camelia diventa quasi un albero!), ma vi stuzzica l'idea di cimentarvi con una "esigente" più gestibile da mettere anche in casa, allora provate la Miltonia.  Si tratta di un Orchidacea, bellissima, simile alla viola del pensiero e profumata, con tutte le difficoltà tipiche delle orchidee, ma anche qualche capriccio in più. Tanto per dirne una sulla temperatura si suddivide in due gruppi:
le Miltoniopsis che sono piante da serra fredda e quindi prediligono nei mesi caldi  temperature diurne di circa 20 gradi e temperature notturne di circa 14°C, nei mesi invernali le diurne devono essere di circa 12° C mentre le notturne di circa  8°C ; e le Miltonia che sono  piante da serra temperata e quindi durante il giorno, d’estate, devono avere una temperatura  intorno ai 25°C e di notte di 16°C, nei mesi freddi, d’inverno, durante il  giorno devono avere una temperatura  intorno ai 12°C e di notte intorno ai 10°C . Non parliamo poi di correnti, d'aria (controindicatissime) irrigazione, rinvasi e concimi...Compratevi una serra, un termostato, un manuale..oppure compratevi la pianta e godetevela finché dura, senza troppi patemi, come ho fatto io.                                                             
Miltonia

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